lunedì 3 dicembre 2007

casa di dante

Eh sì, miei cari.

Domenica mattina. Sms di Frank "Stasera vi porto in un posto speciale - prendete le giacche pesanti".

Domenica pomeriggio. Sala prove. Cristina pulisce il vetro, io passo l'aspirapolvere. Frank salta in giro come un bambino e ci svela "Vi porto da Dante - vi porto a casa mia".

Domenica sera. Casa di Dante. Se avessimo perso la Grande Guerra ora si troverebbe in Austria. Abbiamo vinto: quindi Comune di San Nazario, un bel pò di curve da Romano d'Ezzelino. Salti giù dalla macchina, e sarà dicembre e senti che questa aria fredda può solo riempirti i polmoni di "roba buona", e sarà che i lampioni si fermano 300 mt prima e il traffico qui non sanno nemmeno cosa voglia dire, che ti basta alzare la testa e quando sei partito non ti ricordi che c'erano così tante stelle, e toh!, ma questo è il rumore di un aereo e, molto dopo, tornando a valle avvistamento lepre che attraversa la strada batte avvistamento di gatto che attraversa la strada 2 a 1 (io dico lepre - Cristina non ha visto).

Casa di Dante è l'agriturismo di proprietà di Dante e moglie (Agriturismo Citton, un pò di pubblicità non guasta). Solo cibo che Dante coltiva con le proprie mani (solo il pane lo prende in paese). Tagliatelle divorate; brasato e patate eravamo un pò sulle gambe e sono avanzate 3 fette (delle 10 serviteci); vino (mi dicono ottimo) - 2 bottiglie. Panettone biologico (che viene da Castelfranco però, ma tant'è - la qualità si masticava cmq tutta).

Nel mezzo di quelle 3 ore passate sul Grappa chiacchere e musica: la nostra (prova cori, primi abbozzi della prossima canzone) e quella di Dante...

Dante, a 13 anni ha subito l'amputazione di una parte di mano (non mi dilungo, non siamo mica a "Dr. House"); a 37 ha deciso di imparare a suonare la chitarra; a 51 (cioè ai giorni nostri - portati splendidamente) sta per vedere la luce il suo secondo CD. Evito l'inutile panegirico e non mi soffermo sull'eventuale uso delle dissonanze/assonanze suonate in scala semidimuita da una eventuale dieta ipocalorica. No, miei cari, è facile dire che le canzoni che uno scrive partono tutte dal cuore - qui dentro c'è cuore; esperienze di vita; recupero delle tradizioni culturali della propria zona in primis l'uso di un dialetto che si parlava molto tempo fa; l'uso dei modi di dire che noi trentenni dobbiamo ripescare dagli angoli della nostra soffitta mnemonica; le continue citazioni di arti, mestieri ed attrezzi che sfido chiunque ad indovinare (smalfarola tanto per iniziare); recupero della storia della propria famiglia.

Il tutto con semplicità e schiettezza, 3 accordi e via.


Tanto di cappello.
Pubblicato da davide zamberlan alle 08:40 |  

2 commenti:

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